L’acqua è un componente essenziale di tutti gli organismi viventi.
Nell’essere umano raggiunge una percentuale variabile tra il 60-80% in relazione all’età, al sesso e al peso dell’individuo. I neonati, infatti, hanno un contenuto di acqua corporea superiore rispetto all’adulto. In quest’ultimo, invece, vi sono differenze tra uomo e donna: l’uomo, avendo una muscolatura più sviluppata e un tessuto adiposo meno pronunciato rispetto alla donna, ha una maggiore percentuale di acqua corporea. Negli anziani, invece, il senso della sete si affievolisce a causa di una maggiore insensibilità dei recettori della sete che impedisce loro di idratarsi nella maniera opportuna.
Nel nostro organismo, l’acqua totale si divide in due compartimenti, ovvero quello intra ed extra cellulare. Essi sono tenuti separati tra loro da membrane ed è importante che venga mantenuto un certo rapporto volumetrico tra i due compartimenti per impedire danni legati all’avvizzimento o al rigonfiamento eccessivo delle cellule. Tale equilibrio è definito osmolarità e dipende dalla concentrazione di soluti localizzati nella cellula e al suo esterno.
L’acqua disposta intorno alle cellule e al loro interno svolge diverse funzioni:
• Agisce come solvente per le molecole biologiche favorendone l’interazione reciproca e partecipando alle reazioni metaboliche.
• Determina il volume ematico (volemia), contribuendo alla regolazione della pressione ortostatica;
• Consente il trasporto dei nutrienti ai vari distretti corporei
• Garantisce l’eliminazione delle scorie prodotte nelle diverse reazioni biochimiche attraverso le urine.
• Regola la temperatura corporea attraverso la sudorazione e la concentrazione dei sali minerali.
• Favorisce il transito intestinale e l’assorbimento delle sostanze nutritive partecipando al normale processo di digestione degli alimenti.
Dunque, avere un buon grado di idratazione è importante per mantenere il corretto funzionamento del nostro organismo. Ciò significa che è necessario mantenere il bilancio idrico in pareggio, compensando le uscite di acqua, che avvengono mediante la sudorazione, l’escrezione delle urine oppure in caso di diarrea o di vomito, con una buona assunzione di liquidi, mediante il consumo di alimenti che ne sono ricchi e bevendo una sufficiente quantità di acqua.
Il nostro organismo è in grado di regolare le necessità di assunzione di acqua attraverso lo stimolo della sete che, tuttavia, si affievolisce nelle persone anziane, malgrado il bisogno idrico. Ciò avviene quando, per esempio, il sangue è più denso oppure quando, a seguito di un pasto salato, la concentrazione di sali aumenta nel compartimento extracellulare, mettendo a rischio di avvizzimento le cellule.
Attraverso la via ormonale e, in particolare mediante l’ormone ipofisario vasopressina, invece, l’organismo riduce l’escrezione urinaria durante uno sforzo fisico che richiede la sudorazione; in questo modo si ha fuoriuscita di acqua attraverso la cute, consentendo la dispersione di calore.
La quantità di acqua da bere per mantenere il giusto equilibrio idrico è molto variabile da persona a persona, tuttavia, si raccomanda in genere di assumerne almeno 1,5 L al giorno per evitare un fenomeno molto pericoloso che è la disidratazione. Essa può verificarsi per svariate ragioni che vanno da una perdita eccessiva di acqua, dovuta per esempio a vomito, a diarrea, alla sudorazione eccessiva, a ustioni, al clima freddo o ventilato, a emorragie, e non adeguatamente rimpinguata oppure a un’insufficiente assunzione di acqua anche in assenza di una sua perdita eccessiva. La disidratazione può indurre al collasso cardiocircolatorio e se l’acqua corporea diminuisce fino al 7%, la sopravvivenza dell’individuo è seriamente compromessa.