Come scegliere la giusta acqua minerale
L’acqua che beviamo, confezionata o comunale, non ha sempre le medesime caratteristiche organolettiche, chimiche, fisiche e biologiche; dunque, è bene saper leggere l’etichetta in modo da scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Le acque minerali sono periodicamente sottoposte ad accurate analisi da parte di laboratori competenti o specifici dipartimenti universitari disseminati sul territorio nazionale che valutano le suddette caratteristiche.
Le caratteristiche organolettiche sono percepiti dai nostri organi di senso, ovvero dal gusto, dalla vista e dall’olfatto. Esse sono determinate dalla presenza naturale di sostanze organiche e inorganiche, le cui caratteristiche chimiche sono determinanti per le variazioni organolettiche dell’acqua.
Le caratteristiche chimiche riguardano la sua mineralizzazione, la quale è determinata dalla presenza di vari elementi di dimensioni diverse, distinte in micro – e macro -elementi. I micro-elementi, sono generalmente presenti in tracce, come il Fluoro e il Litio, mentre tra i macro-elementi si distinguono quelli in forma ionica positiva, ovvero in cationi, quali il Calcio, il Magnesio, il Sodio, il Potassio, i Bicarbonati, e in forma ionica negativa come i Cloruri e i Solfati; in alcuni tipi di acque, inoltre, sono presenti gli ioni H+ oppure gli ioni OH- che rendono l’acqua rispettivamente acida oppure alcalina, stabilendone il pH. Generalmente, le acque minerali hanno un pH variabile da 6 a 8.
La quantità totale di sali disciolti è calcolata acendo evaporare un litro di acqua a 180°C e il peso della parte solida che rimane è il residuo fisso, espresso in milligrammi per litro (mg/l). Più è alto questo valore, più sali sono disciolti in acqua. Questo parametro consente la classificazione delle acque naturali minerali:
• Acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso è inferiore o uguale a 50 mg/L. E’ un’acqua considerata leggera, capace di stimolare la diuresi.
• Acque oligominerali: il residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/L è spesso a basso contenuto di sodio, indicata pertanto anch’essa per favorire la diuresi.
• Acque mediamente mineralizzate: il residuo fisso è compreso tra 500-1500 mg/L, utile per reintegrare i sali minerali persi durante la sudorazione.
• Acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/L; ricca di sali, spesso viene utilizzata per fini terapeutici.
Nelle acque minerali naturali, è possibile trovare un sale predominante rispetto agli altri nella sua forma ionica e ciò le consente di essere classificata in base al tipo di sale maggiormente presente, come:
• Acque Solfate se il solfato è superiore a 200 mg/L
• Acque Clorurate se il cloruro è superiore a 200 mg/L
• Acque Bicarbonate se il bicarbonato è superiore a 600 mg/L
• Acque Calciche se il calcio è superiore a 150 mg/L
• Acque Magnesiache se il magnesio è superiore a 50 mg/L
• Acque Sodiche se il Sodio è superiore a 200 mg/L; al contrario se il Sodio è inferiore a 20 mg/L, è possibile trovare la dicitura sull’etichetta “indicata per le diete povere di sodio”
• Acque Fluorate se il fluoro è maggiore di 1 mg/L.
• Acque Ferruginose se il ferro espresso come Fe (II) è maggiore di 1 mg/L.
Particolare attenzione viene posta sul contenuto di Nitrati e di Nitriti nelle acque minerali, per i quali la normativa vigente ha stabilito determinati limiti di presenza, essendo pericolosi per la salute. Sebbene i Nitrati siano potenzialmente innocui, invece, i nitriti sono quelli maggiormente pericolosi. Infatti, essi devono essere assolutamente assenti e il limite massimo consentito dalla normativa è 0,02 mg/L. La sua pericolosità è relativa alla possibilità di legarsi con le ammine presenti nelle proteine e formare sostanze cancerogene, dette nitrosamine. Inoltre, legandosi con l’emoglobina, i nitriti impediscono il normale trasporto di ossigeno da parte del sangue, costituendo un problema serio soprattutto nei neonati, i quali rischiano di avere difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, l’asfissia.
La durezza, invece, indica quanto calcare è presente nell’acqua sotto forma di calcio e magnesio e si esprime in gradi Fahrenheit (°F).
Tra le caratteristiche fisiche vi sono la temperatura, la conducibilità elettrica e la torbidità. La temperatura dell’acqua dipende dalla profondità della sorgente, nonché dalla velocità con cui fluisce e dal clima locale.
La conducibilità elettrica misurata a 20°C, la quale costituisce una controprova del residuo fisso. Infatti, la maggiore conducibilità elettrica è determinata dalla maggiore concentrazione di minerali; dunque, una bassa conducibilità elettrica indica una bassa concentrazione di sali.
La torbidità può essere naturale o artificiale e in entrambi i casi è influenzata dalla sospensione di particelle solide. Quella naturale può essere causata dalla presenza di argille o fanghi, ma un’eccessiva torbidità può essere indizio di una contaminazione da parte di agenti patogeni. Questa è la ragione per cui le acque potabili sono soggette un’analisi chiamata turbidimetria con l’obiettivo di prevenire le epidemie.
Le caratteristiche biologiche dell’acqua sono determinate dalla presenza di microrganismi. Essi sono del tutto assenti nell’acqua pura, ma ve ne sono diversi in quella naturale. Dal momento che alcuni microrganismi possono essere patogeni per l’uomo, le acque per essere potabili devono esserne prive. Normalmente sull’etichetti si può leggere la dicitura “Microbiologicamente pura” che ne garantisce la potabilità.
Consigli d’utilizzo
Le proprietà dell’acqua minerale naturale possono essere danneggiate da una cattiva conservazione ed è, pertanto, raccomandabile adottare delle precauzioni come:
• Pretendere, al bar o al ristorante, che la bottiglia venga presentata nella confezione originale, sigillata e che sia aperta al momento.
• Conservare le bottiglie di acqua minerale naturale sempre al riparo dalla luce, dal sole e da eventuali fonti di calore, privilegiando luoghi freschi, asciutti e privi di odori.
• Richiudere bene le bottiglie, una volta che sono state aperte, per mantenere integre le caratteristiche originarie dell’acqua minerale naturale
• Capovolgere ed agitare la bottiglia e verificare se vi siano perdite o sostanze sospette o se forma della schiuma; in tal caso non consumarla e farla verificare da un organo di vigilanza (ufficio di igiene, ASL, ecc.).
• Evitare l’impiego di ghiaccio che, da un lato, ne altera il gusto e, dall’altro, ne contamina la purezza originaria. Per il contenuto di Nitrati
• Informarsi presso la centrale idrica o presso il Comune di domicilio circa il contenuto di nitrati nell’acqua potabile.
• La mattina è buona abitudine far scorrere a lungo l’acqua del rubinetto, poiché i tempi di riposo prolungati aumentano la concentrazione dei nitriti nell’acqua.
• Bollire l’acqua ad alto contenuto di nitrati per eliminare i batteri che trasformano i nitrati in nitriti. La bollitura dev’essere breve affinché i nitrati non si concentrino.
• Conservare tè e infusi in frigorifero. Lunghi tempi di deposito/conservazione favoriscono la formazione di nitriti.