La cellulite è un antiestetico problema cutaneo che affligge la maggior parte delle donne a partire dall’età puberale, conferendo alla loro cute il caratteristico aspetto dapprima edematoso, poi a buccia d’arancia e, infine, a materasso .
Il termine cellulite fu coniato nel 1922, ma tale dizione è impropria, poiché essa, sebbene il suffisso –ite, non rappresenta un’infiammazione delle cellule del tessuto adiposo sottocutaneo, bensì un disordine del microcircolo linfatico. Esso comporta una stasi della circolazione e un accumulo di liquidi e di prodotti di rifiuto cellulare nello spazio compreso fra le cellule, dovuto a una riduzione importante dell’ossigeno a livello tissutale. Ciò comporta una sofferenza degli adipociti esacerbata dal loro intrappolamento in nuove fibre collagene che il tessuto pian piano genera, determinando la formazione di micronoduli. La conseguenza di tale imbrigliatura cellulare è data da un progressivo danno vascolare che a sua volta incrementa l’impossibilità di eliminare i cataboliti cellulari; ciò indurrà alla sclerosi del tessuto.
Dunque, la cellulite è una patologia cronica che è stata identificata abbastanza recentemente con la definizione più corretta di Panniculopatia-Edemato-Fibro-Sclerotica (P.E.F.S.). I fattori predisponenti la P.E.F.S. sono l’insufficienza venosa e linfatica degli arti inferiori, ma è aggravata da uno stile di vita non propriamente corretto come un’alimentazione squilibrata, un aumento del peso corporeo, stipsi, un consumo eccessivo di alcool, sedentarietà, stress, alterazioni ormonali e della postura. Sebbene alcuni di questi fattori non siano eliminabili perché di origine familiare, quelli ambientali posso essere corretti, con l’obiettivo di contrastare un inestetismo che caratterizza il sesso femminile.